La Ragazza con l'orecchino di perla a Bologna, visita esclusiva
Ho visto il film La ragazza con l’orecchino di perla, ma non ho mai letto il libro che mi hanno consigliato ne tanto meno avevo mai visto il quadro prima. A Bologna giovedì scorso sono stata invitata da Segafredo ad assistere all’importante anteprima della mostra che si svolge a Bologna e che aprirà ufficialmente l’8 febbraio per terminare a maggio 2014.
Un’anteprima, dicevo, unica. Ad assistere alla mostra eravamo in pochi, pochissimi, non più di 30 persone e avevamo anche la possibilità di fare foto. Una mostra a porte chiuse con il curatore Marco Goldin che ha preparato personalmente le sale. Una visita esclusiva dicevo che solo a Tokyo aveva raggiunto le 11mila visite giornaliere durante i giorni di attività del musei quando la Ragazza con l’orecchino di perla era esposta lì. Ecco, noi eravamo solo in 30, un’incredibile l’emozione e il privilegio, non credete?
Dopo il pranzo in uno storico caffè di Bologna e ovviamente il caffè con Segafredo, sponsor della mostra, ci siamo diretti a Palazzo Fava, dove alle 16 in punto ci aspettava Marco Goldin per iniziare la mostra. Iniziamo quindi subito ad ascoltare, assorti la nostra guida, a seguirei i suoi passi nelle sale che ci porteranno nella meravigliosa vita dei poeti olandesi del ‘600, alla scoperta della bellezza e delle opere di Rembrandt e di Vermeer.
L’occasione di avere la Ragazza con l’orecchino di perla a Bologna, la si deve al famoso Museo olandese Mauritshuis dell’Aia, che chiude per restauro e dopo il Giappone e gli Stati Uniti questa sarà l’ultima tappa del dipinto di Vermeer prima di rientrare a casa. Un’occasione unica di vederla per tutti gli italiani quindi.
Nella prima e nella seconda sala siamo andati alla scoperta del Museo olandese Mauritshuis, la sua struttura e il suo prossimo restauro. Ma non solo, troviamo anche i paesaggi, tutto quello che l’arte olandese del ‘600 vuole rappresentare in questi anni. Due sono i quadri in contrapposizione, quelli centrali a destra e a sinistra della sala appena entrati, avendo il camino davanti per intenderci. Ammirateli e guardateli in tutto il loro splendore.
Nella terza sala si trovano diversi quadri, tra questi quello di una donna che legge. E` bene ricordare che l’Olanda nel ‘600 aveva il più alto tasso di alfabetizzazione femminile in Europa, un aspetto che piaceva molto far risaltare anche in quadri dove giovani donne si ponevano a leggere o a scrivere una lettera. In questa sala troviamo scene di interni dove vediamo anche la capacità dei pittori olandesi di essere molto legati alla realtà e di connotare il tempo in cui questi personaggi vivevano e di astrarre completamente queste figure. Cosa in cui Vermeer era davvero un maestro.
Un’altra opere che va presa in considerazione in questa sala è quella di Pieter de Hooch, Uomo che fuma e donna che beve in cortile. Per un decennio in questo senso questo pittore è stato una sorta di rivale di Vermeer, quello che in un certo senso gli dava più filo da torcere. Il quadro testimonia la capacità dei pittori di essere realistici e metafisici nello stesso senso. Tutte le figure sono descritte perfettamente, ma tutto è fermo e immobile.
Nella quarta sala si trovano delle opere che rispecchiano a pieno l’idea che abbiamo della pittura olandesi almeno come noi le concepiamo. La collezione del Mauritshuis del resto è riconosciuta come una delle collezioni più straordinarie di pittura olandese del XVII secolo.
Si trovano qui quattro Rembrandt e La Violinista di Gerrit Van Honthorst, uno degli esponenti nel ‘600 della pittura a candela, un tipo di pittura che illumina in modo discontinuo i vari spazi interni. Le pitture di Rembrandt consentono a chi visita la mostra di vedere rappresentata l’intera storia del pittore. Partendo con un meraviglioso quadro che si trova nel centro della sala, che più che a Rembrandt oggi viene attribuito all’atelier del pittore, che ha una sua copia al museo di Norimberga, in Germania. L’opera in questione viene attribuita a Gerrit Don, che è il possibile autore di questo quadro, che a lungo è stato definito come un ritratto di Rembrandt e che invece è un Tronie.
Il tronie è il ritratto che non rappresenta fino in fondo le fattezze di una persona, pur partendo da un volto esistente, si estende in una sorta di compensansazione, negazione e accentuazione. Il ritratto maschile che si trova alla sinistra di quest’ultimo quadro, il ritratto maschile con cappello piumato realizzato da Rembrandt è proprio un tronie. Il tronie si realizza per il libero mercato. Tra il ‘500 e il ‘600 gli autori, durante la Guerra degli Ottanta Anni che vede fiorire tantissime opere legate all’immagine, iniziano ad avere meno commissioni. Questa situazione libera degli spazi e da una situazione di conflitto si hanno delle opportunità, quindi il libero mercato. Non si hanno più delle commissioni come le pale d’altare, ma dei ritratti come quelli che si vedono nella parete davanti, due ritratti di due sposi. Il libero mercato fa si che i pittori si industrino e che inizino a fare delle opere da esporre per le persone che entrando nelle botteghe potevano vedere degli esempi su come i pittori lavorano. Molti di queste opere sono volti anonimi, il racconto di un viso che non rappresenta una persona. Così Rembrandt fa una serie di tronie per il libero mercato.
Nella quinta sala, si trovano invece diverse nature morte, come le albicocche, il pesce e il pane tagliato. Questi quadri erano quadri appetibili per i collezionisti. Delle opera acquistabili, opere che nascono perché i pittori tendono a guadagnare, quindi iniziano a disegnare opere e quadri facilmente vendibili. In questa sala si trova anche uno dei quadri più belli e importanti, Il cardellino, dipinto di Carel Fabritius, il principale allievo del secondo tempo della scuola di Rembrandt, quando Rembrandt trasferisce il suo studio ad Amsterdam. L’allievo muore prestissimo a causa di uno scoppio di deposito di polveri, a 32 anni. Lo stesso Vermeer guarda alle opere di Fabritius in modo interessa, le sue opere sono essenziali e assolute al confronto delle altre opere che si trovano nella sala. L’opera si trova al centro, in mezzo alle altre opere, per vedere proprio la differenza con la purezza e l’essenziale rispetto alle altre.
Nella sesta ed ultima sala, si trova invece la bellissima ed unica opere che è quella della Ragazza con l’orecchino di perla. Il quadro è stato realizzato intorno al 1665, dieci anni prima rispetto alla morte di Vermeer, un quadro che ha tenuto per se dato che fa parte dell’elenco dei beni che sono stati registrati alla morta del pittore. Nell’inventario il quadro viene registrato come Ragazza con il turbante di foggia orientale. La caratterizzazione di questo quadro è diversa rispetto a tutti gli altri quadri di Vermeer. Questo rafforza l’idea, che ormai per tutti gli studiosi di arte è definita, che il quadro non è la rappresentazione di una ragazza realmente esistita, ma è un tronie.
La mostra devo ammetterlo mi ha realmente emozionata, mi ha colpito e lasciata a bocca aperta. Uno sguardo che affascina, che ammalia, che attira a sé e che comunque respinge, mantiene le distanze. Non potevo non vedere il ritratto di una persona realmente esistita, proprio lei, proprio così, era più forte di me. Era troppo bella per me per non essere stata vera e io, ma non ditelo al curatore della mostra, voglio continuare a pensarla così 😉
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 19. Chiuso lunedì non festivi.
Biglietti: Intero 10€, ridotto convenzioni e over 65, 7€ ridotto studenti e gruppi 5€
Prenotazioni allo +39.0422.429999 E-mail: info@genusbononiae.it