La prima cosa che ho fatto a gennaio di quest'anno, quindi appena nato Giulio, è stata assicurarmi che avesse un'assicurazione sanitaria adeguata. Già sapevo che avremmo viaggiato molto, o comunque lo speravo, e prima di pensare a qualsiasi destinazione volevo garantirmi e garantirci la serenità di partire per qualsiasi meta senza avere l'ansia del "e se succede qualcosa come facciamo"?
Il viaggio a Cuba è stato differente rispetto a tutti gli altri viaggi fatti ad oggi. Innanzitutto perché come meta si presta a fare del mare, cosa che non ci era capitata ad esempio in Giappone o in altri viaggi in Europa dove eravamo sempre alla rincorsa di cose da vedere, seconda cosa perché questa volta c'era Giulio. Da L'Avana, da dove alloggiavamo, abbiamo quindi preso un transfer privato organizzato dall'Hotel per arrivare a Cayo Santa Maria, indicativamente nel centro di Cuba.
Dormire in un Hotel a Cuba e non in una casa particolare, è un buon compromesso per conoscere la cultura del posto senza rinunciare a diversi comfort. La nostra idea inizialmente era un'altra, quella di dormire nelle case particular di Cuba all'inizio, almeno a L'Avana e spostandoci poi a Cayo Santa Maria, rilassarci per gli ultimi giorni di viaggio in un Hotel sul Mare dei Caraibi, in un resort.
Era da tempo che volevo visitare Cuba. La immaginavo, la vedevo nelle foto dei post dei blogger italiani e stranieri, la sognavo bella e colorata e non sono rimasta affatto delusa. Cuba è stata un grande centrifugato di emozioni, dall'arrivo in un'assolata mattina a L'Avana, ai sorrisi allegri di chi incontrava lo sguardo di Giulio per la prima volta, fino all'epilogo del nostro viaggio e alla notizia della scomparsa di Fidel Castro.
Giulio 10 mesi e 10 voli all'attivo, tutti in Europa. Quando si è iniziata a intravedere la possibilità di portarlo fuori continente non ci ho pensato due volte, così il suo undicesimo volo ci ha portato a Cuba. Volare con i bambini non è una tragedia. Lo dico da mamma prima e da viaggiatrice poi. Certo, ogni bambino ha i suoi limiti, i suoi punti deboli e le sue abitudini, ma credo sia più o meno fattibile per tutti, qui parlo della nostra esperienza.
Ho detto sì, ancora (del resto come potevo dire di no a Cuba?). Era una vita che volevo visitare Cuba e finalmente a pochissimi giorni dalla partenza, diciamo due, è arrivata la conferma che aspettavamo e noi iniziamo a preparare la valigia. Si va al caldo, si va ai Caraibi, per la seconda volta nella mia vita dopo quel lontano 2011.
La mia prima volta a Venezia avevo 18 anni, un biglietto per la mostra di Dalì in un mano e un biglietto del treno andata e ritorno in giornata in tasca. Qualche ora a Venezia su e giù per le calli, un pranzo in un ristorante cinese e tanti, tantissimi passi, era febbraio e a Venezia faceva un freddo incredibile e l'umidità entrava nelle ossa.
Ci sono città in cui vado molto spesso, per lavoro o per piacere, città che ho finito per amare, innamorandomi di un tramonto arancio sui Navigli, di una serata finita a patatine e coca cola, di un autunno visto dal tram e di una notte sfrecciata via da un taxi. Tra queste città, Milano è fra tutte quelle che meno mi sarei aspettata di amare.
Finalmente ho una certezza, quando la prossima volta un amico, un blogger o un parente mi chiederà Dove posso dormire a Rimini? Avrò una risposta da dare: Puoi dormire all'Up Hotel di Rivazzurra. Sì perché mi capita spessissimo che qualcuno mi chieda dove poter soggiornare in Riviera e io, abitandoci a Rimini, non ho mai una risposta precisa, non so, non conosco. L'Up Hotel invece mi ha conquistata, completamente.
Prima di partire per la Bretagna io Yves Rocher quasi non sapevo cosa fosse. Ovviamente avevo spesso sentito parlare di questa marca di cosmetici e bellezza, l'avevo anche più di una volta vista esposta in qualche negozio, ma non l'avevi mai acquistata, non era entrata mai nel mio radar, eppure di amiche che usano Yves Rocher ne ho diverse. Ci voleva il viaggio in Bretagna per farmi scoprire Yves Rocher.