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Tra meno di una settimana partirò per la Sicilia, e pensare che fino a tre anni fa non l'avevo mai vista e che adesso invece almeno una volta l'anno devo tornarci perché "ne sento il bisogno". L'Italia è bella tutta, ma la Sicilia è una destinazione a parte. Quest'anno le mie vacanze estive le farò tutte sull'isola siciliana e ho intenzione di vedere tutto quello che mi manca di questa terra.

Finalmente prendo a parlare della Thailandia. Sono dovuti passare Austria e Polonia, ho dovuto metabolizzare bene per oltre un mese questi dieci giorni in Thailandia, ma ora sono qui, davanti alla tastiera a cercare di raccogliere tutti i miei pensieri. Ho deciso che farò almeno due post sulla mia esperienza in Thailandia, ma non escludo che ce ne scappi un terzo prima o poi. Se con l'Australia è stato amore a prima vista, la Thailandia non ha lasciato che io avessi un pensiero definito di questo viaggio, almeno fino ad oggi. Ora, che mi sforzo di capire com'è stato questo viaggio, credo che un'idea un po' più precisa sia quanto meno doverosa.

Torno a scrivere sul blog dopo qualche settimana. Sono stata in giro per un po' e finalmente ora che sono tornata posso scrivere questo post. Lo avevo in mente da un po', dalla Polonia, ma ero sempre così stanca e sfinita la sera che non avevo le forze per fare nulla.

Ad Amsterdam c'ero stata solo una volta, una mezza giornata di tanti anni fa. Venivo da Rotterdam e Utrecht e dovevo ripartire dall'aeroporto della città di Amsterdam per ritornare su Milano. Di quel viaggio non ho tanta memoria, avevamo fatte mille cose e alla fine di Amsterdam avevamo visto quasi niente.

Dopo l'escursione a Kings Canyon, dopo essere stati insieme per quasi una settimana, io e i miei compagni di viaggio giapponesi ci siamo salutati. L'ultima cena l'abbiamo fatta ad Alice Springs in un posto decisamente caratteristico che si chiama Overlanders dove abbiamo mangiato carne di canguro e cammello fino a scoppiare. Poi siamo andati a dormire al Lasseters Hotel e l'indomani ci siamo salutati a colazione.

Avete presente quando attendete un viaggio da mesi, vi preparate psicologicamente a vivere la città, a far parte di un'avventura incredibile, a mollare tutto e partire e poi... arrivate in hotel e vi cadono le braccia? Non mi dite che non avete mai provato una sensazione simile perché non ci credo. Io ne ho provate diverse.

Se mi avete seguito sui social durante il mio viaggio nell'Outback australiano, avrete notato che per due giorni sono stata completamente assente da Facebook, Instagram e dai social in generale. Magari non ve ne siete nemmeno accorti perché mentre da me era giorno da voi era notte, e non è che state tutto il giorno dietro ai miei aggiornamenti.

Sembra passata una vita, eppure solo una settimana fa stavo tornando dall'Australia e più precisamente dal Northern Territory. Ogni volta che sto per partire per un viaggio mi vengono sempre gli stessi dubbi: starò facendo la cosa giusta? Andrà bene stare via così tanto? Eppure, ogni volta che torno, penso che lo rifarei altre mille e mille volte. Un viaggio arricchisce più di qualsiasi altra cosa, ti porta fuori dalla tua routine e ti fa conoscere altre persone, ti mette alla prova e ti chiede di essere te stessa, sempre.