Il Sudafrica è stato per Giulio il penultimo viaggio prima che compisse due anni (l'ultimo prima dei due, l'abbiamo poi fatto in California). Il Sudafrica è stato un viaggio che ci ha messo a dura prova per quanto riguarda le ore di auto che ogni giorno facevamo. Questo è stato il primo viaggio in cui abbiamo davvero capito che Giulio stava crescendo e che aveva assolutamente bisogno dei suoi tempi. Tempi che ancora una volta (come in Norvegia) non coincidevano con i nostri.
Una delle cose più temute da chi viaggia con i bambini o anche da chi sta per viaggiare per la prima volta volando in un posto lontano con i bambini, è quella del jet lag, il fuso orario. Il primo assaggio che abbiamo avuto di fuso orario viaggiando con un bambino, dico la verità, l'abbiamo avuto a Cuba, quando Giulio aveva solo 10 mesi circa. Quello a Cuba comunque, anche per il fatto che Giulio era davvero piccolino, è stato un fuso orario contenuto. Il jet lag vero, quello che ci ha dato del filo da torcere, l'abbiamo provato con Giulio in viaggio in Asia, in Thailandia a 20 mesi, poco meno di 2 anni.
Dell'Altomincio Family Park e nello specifico dell'alloggio tende Sweet Dreams, ho già scritto in modo approfondito in un altro articolo che vi invito a leggere, se desiderate vedere il villaggio anche dalle mie fotografie e dal mio racconto. In questo post invece, ho deciso di scrivere di come a mio avviso, un bambino dell'età di Giulio potrebbe vivere l'esperienza del camping (anche se all'interno di un contesto del genere) e di come quindi l'ha effettivamente vissuto Giulio a 19 mesi.
Per la mia terza volta in Puglia, ho cercato una sistemazione centrale, a Villanova di Ostuni, direttamente sul mare. In Puglia non ci si può andare per due o tre giorni, la Puglia è tanta e tutta bella e se la si vuole visitare con calma, concedendosi il lusso di vedere le cose a modo, allora bisogna prendere in considerazione un viaggio di almeno 5 giorni. Poi, per me 10 non sarebbero ancora abbastanza eh, ma ognuno sa quello che può o non può fare (gli impegni non sono mai pochi).
In Repubblica Dominicana si va per fare una cosa sola: mare, mare e ancora mare, bagni, bagni e ancora bagni in acqua! Le spiagge qui sono molto belle (quasi tutte), alcune molto turistiche e altre meno conosciute, alcune artificiali, altri paradisi naturali e incontaminati. Nella mia settimana in Repubblica Dominicana, ho esplorato alcune spiagge, anche se purtroppo non tantissime perché ho visitato anche Santo Domingo, la capitale, e ho passato alcuni giorni in un resort a Bayahibe, così come ho scritto nel precedente post.
La mia prima casa a Rimini è stata in un residence estivo. Avevo poco meno di 5 anni e seguivo i miei genitori che dalle Marche si stavano trasferendo in Romagna. Le nostre valige in un appartamento, noi quattro in un altro, ci trovavamo all'ultimo piano di un residence sul mare. Un cucinotto, un bagno, io e mio fratello che dormivamo in un divano letto, i miei genitori nella camera adiacente. Sono arrivata a Rimini che non sapevo nemmeno dove mi trovavo, non sapevo nemmeno che stavamo aspettando che la nostra casa fosse pronta per essere abitata e che, effettivamente, quelle valigie sarebbero state disfatte a breve.
Il viaggio di luglio con Giulio, in montagna e precisamente in Tirolo a Kufstein, è stato il primo vero viaggio non al mare. Lo ammetto, io sono un amante del mare, sia perché ci vivo, sia perché ci sono nata. Le montagne la conosco abbastanza bene, perché fin da piccola i miei genitori mi hanno sempre abituata ad andarci, soprattutto in estate. Se devo scegliere io la mia meta di viaggio però, 9 volte su 10 sceglierò sempre e comunque il mare (di norma). Poi siamo stati a Kufstein e ho scoperto la natura, quella bella, quella soprattutto che piace a Giulio.
I Caraibi sono sempre inconfondibili. Scendi dall'aereo e ti ritrovi in quell'atmosfera in cui tutto è possibile, soprattutto prendere un acquazzone tra un raggio di sole e l'altro. Le piogge non sono sporadiche, sono spesso forti ma passano in men che non si dica e questa è una delle caratteristiche di questa parte di mondo. L'altra è la gente: allegra, solare e sempre con il sorriso pronto!
Come si affronta la malattia in viaggio? Credo che stare male in viaggio sia una delle cose più brutte che possa capitare mentre si è fuori casa. Se poi non capita a noi, ma capita ai bambini, è quasi peggio perché loro sono piccoli, a volte non parlano e vederli stare male in viaggio, quando dovrebbe essere tutto divertimento e scoperta, è davvero demotivante.
Il viaggio in Norvegia che abbiamo fatto con Giulio nei suoi 16 mesi è stato bellissimo, ma anche molto faticoso. Questo viaggio è stato il primo in cui ci siamo veramente resi conto di una cosa: ognuno di noi ha i suoi tempi, nessuno escluso, nemmeno Giulio che proprio a 16 mesi ha iniziato a manifestare i suoi tempi di viaggio, che ovviamente spesso non coincidevano con i nostri, anzi.