Non ricordo più come avevo concluso il post di fine 2014, ma chi se ne frega! Anche il 2015 è finito ormai e sta per iniziare un anno incredibile. Ricordo bene che l'anno scorso a quest'ora stavo girovagando per le strade di Kyoto e poi di Tokyo e i primi giorni dell'anno ero al tempio a leggere quello che gli oracoli avevo predetto per me. Dicevano che sarebbe stato un grande anno questo 2015, ma non sapevano quanto, evidentemente.
Ieri sera ero al corso di yoga preparto. C'era l'ostetrica e c'era l'insegnante di yoga e in più c'erano 10 ragazze tra cui me. Una panza più grossa dell'altra, tante magliette strette e corpi affaticati. Iniziamo gli esercizi e mentre piego il braccio e porto il polso davanti ai miei occhi lo vedo, il mio vecchio tatuaggio.
Sì, hai letto bene, sono in dolce attesa! Alla soglia dei sei mesi ormai posso ufficialmente dirlo. Non solo perché chi mi incontra in giro lo pensa già, o pensa che io sia terribilmente ingrassata, ma anche perché ormai ho voglia di farlo sapere a tutti. Non ho aspettato le 13 settimane canoniche, anzi. Anche i miei genitori l'hanno saputo quasi al quarto mese compiuto. Il fatto è che è bello tenere un segreto in due, soprattutto quando è un segreto così dolce e delicato.
Da Giugno a Settembre non ho fatto altro che immaginarmi il nostro viaggio in Scozia. Ero nel deserto del Wadi Rum e pensavo ai loch scozzesi, ero in Polinesia e pensavo al viaggio in macchina, all'Isola di Skye e al fresco che ci attendeva. Sempre più spesso mi ritrovo in mezzo a queste situazioni. Amo viaggiare, ho la possibilità di viaggiare tanto e in posti che forse non potrei permettermi, ma non è sempre come voglio. Non fraintendermi, metterei la firma per continuare a fare quello che sto facendo, per farlo tutta la vita.
Amo la Germania. Ma il mio è un amore da adolescente, più un'infatuazione, come quando a 15/16 anni ci si innamorava di un'idea più che di una persona. Come quando ci si innamorava di un sogno e di una persona che forse non esisteva. Nonostante tutto, anzi forse proprio per questo, io amo la Germania. Amo la Germania perché è fredda e incredibilmente affascinante, perché i bambini sono biondi e ogni volta che ne vedo uno vorrei averli proprio così. Amo a Germania perché in alcune città tedesche funziona tutto così dannatamente bene che ti viene il nervoso nell'ammettere che sì, in fondo è facile, è tutto ovunque più facile, tranne che in Italia.
Sempre più spesso ultimamente inizio ad avere un desiderio, vivere la mia vita offline. Pare una frase messa lì tanto per, ma non è così. Sempre più spesso vorrei stare meno davanti al computer, chattare di meno e ricevere una telefonata in più. A volte passo le giornate davanti al Mac, come tanti di voi immagino e non mi accorgo che fuori c'è il sole. Tante volte poi mi ritrovo a difendere una vita online che di concreto ha più di quello che si dovrebbe volere. Mi accorgo allora che questa non è la vita che voglio.
Incredibilmente in un momento solo ho due amiche dall'altra parte del mondo.
Non sono nello stesso punto, sono una da una parte del mondo e l'altra all'altro capo. Incredibilmente in un momento solo, sono sola. Nulla succede per caso e in un solo momento mi sono ritrovata a prendere una delle decisioni più importanti da sola. Niente spritz da condividere, niente caffè del dopo pranzo. Niente. Non era stato deciso niente prima e tutto si è presentato in un attimo. Impossibile rimandare, aspettare che tornino, impossibile e incredibile.Leggo e rileggo le 8T di Severgnini prima di scrivere questo post. No, non devo farlo per forza, nessuno mi paga per farlo, nessuno me l'ha chiesto, ma chi scrive sa che a volte per mettere in chiaro quello che abbiamo in testa dobbiamo prima metterlo nero su bianco. Scriverlo e riscriverlo finché non diventa nostro. Rileggo Severgnini, rileggo la lettera di Matteo, rileggo il post di Ma che Davvero. Tutto quello che può incoraggiarmi a volere un mondo migliore è in quei testi e poco più. I testi di un'Italia che vuole ribellarsi, i testi di una mamma che deve lasciare una figlia e soprattutto i testi di positivismo cronico di una generazione che all'Italia ai giovani lascia solo conti da saldare.
Questa storia mi è venuta in mente in questi giorni. La molla è stata, come è intuibile dalla foto qui sopra, vedere il film Life of Pi (bellissimi film tra l'altro che vi consiglio). Una storia si chiude spesso. Non per forza deve essere una storia d'amore, a volte si chiude una storia di amicizia, un rapporto lavorativo, si litiga in famiglia. Ma quello di cui ho avuto conferma dopo il film è che per chiudere una storia bisogna essere ottimi registi, del proprio film ovviamente.
Il post dell'anno nuovo è un po' che mi aspetta e anche quest'anno ho deciso che verrà scritto. Il titolo dice già tanto, credo sia stato l'anno in cui ho viaggiato più di tutti gli altri. Ho realizzato qualche buon proposito? Decisamente sono stata fedele a questo proposito: "Per questo vorrei un 2012 di continua evoluzione, continuando ad appassionarmi ogni giorno per quello che faccio, magari divertendomi."
Non ho riempito il post di desideri, anche se forse quelli di qualcun altro ho contribuito a realizzarlo :)