Come viaggiare da soli, il manuale
[fusion_text]Ho iniziato questo libro un giovedì sera in treno. L’ho iniziato a Bergamo, l’ho continuato nella tratta su Milano e l’ho concluso la domenica alle Terme. Mi sono ritrovata a sorridere, emozionarmi e fare “sì, sì” con la testa. E` sempre strano leggere un libro scritto da una persona che conosci, ancora di più se poi è una socia e un’amica. Scopri i suoi pensieri e nei suoi aneddoti immagini parte della sua vita, come non la conoscevi prima o come non la conosci ancora adesso quando non vi vedete e non siete insieme.
Lei è Francesca Di Pietro e di viaggi da sola ne ha fatti davvero tanti, tanto da aprire un blog e dedicarlo solo al viaggio in solitaria, tanto da scrivere un libro per aiutare gli altri a fare altrettanto.
Del Manuale, perché di un vero e proprio manuale si tratta, mi hanno colpito diversi capitoli, ma la prima parte più di tutte le altre. Francesca dice una cosa importantissima nelle prime pagine del libro, proprio dove spiega perché generalmente si decide di intraprendere un viaggio in solitaria. Infatti lei dice che mentre per qualcuno è una fuga, per altri è una vera e propria ricerca. Per alcuni è un fuggire da una situazione, da qualcuno o da sé stessi, mentre per tanti altri è una ricerca continua di qualcosa.
Poi c’è una frase che mi ha lasciata a bocca aperta: “Ci sono due tipi di persone, quelli che amano viaggiare e vanno in vacanza e quelli che sono irrequieti, ai quali la vita che hanno a casa, lascia un senso di smania, di insofferenza, una spinta a cercare oltre, come se il cerchio non si possa chiudere se si resta fermi“.
Eccomi, io sono la descrizione esatta della seconda persona. Quella sono io, con la mia smania di partire, la mia voglia di prendere un aereo, la mia irrequietezza, la mia agitazione, la mia voglia di non stare mai ferma. Quante volte me lo sono sentita dire dai miei familiari? Quante volte le amiche non mi hanno capita, non mi hanno compresa fino in fondo? Tantissime. Leggere queste parole e pensare che sono esattamente quelle che avrei usato io per descrivermi mi ha fatto sobbalzare dalla sedia e mi sono detta “ma sono io o è lei che scrive?“.
Un altro aspetto del libro che mi è molto piaciuto e che condivido in pieno, è quando Francesca parla di come si possa viaggiare in tutti i paesi del mondo in modo low cost. Io che amo il viaggiare a budget ridotto, mi sono trovata in tantissimi consigli dati da Francesca. Innanzitutto la differenza, fondamentale, tra la vacanza e il viaggio. Non scherzo quando dico che spesso spendo più a casa che quando sono via per 15 o 20 giorni e mi sono ritrovata nelle sue parole quando dice che in viaggio si seguono molto meglio i ritmi naturali del nostro corpo. Non siamo “obbligati” o non ci sentiamo in dovere a mangiare alle 13 come abitualmente facciamo in Italia, ma mangiamo quando ci va o meglio, quando il nostro corpo ce lo richiede.
L’ultima parte del Manuale su Come viaggiare da soli è dedicato ai consigli pratici, non solo quelli economici, ma soprattutto concreti su come fare un bagaglio (meglio uno zaino) adatto al viaggiare in solitaria, anche per le donne. Su come dormire gratis in giro per il mondo e su come viaggiare per molto tempo, anche mesi, spendendo pochissimo.
Sapevo già che Francesca Di Pietro era un’ottima viaggiatrice, ma quello che non sapevo ancora era come le idee e la similitudine di pensiero ci accomuna quando parliamo di travel. Leggere un libro è entrare in punta di piedi nei pensieri di un’altra persona e in questo caso non si entra solo nella sua vita, ma anche nel modo di viaggiare di Francesca, nelle sue esperienze, nelle sue storie e grazie ai suoi consigli, alla fine del libro, si è pronti per partire (anzi non si vede l’ora!) in solitaria, per la nostra prossima avventura.
Come Viaggiare da Soli: Manuale di Travel Coaching
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