Viaggio in Israele, cosa sapere e cosa vedere con arrivo a Eilat
Israele è una meta che sognavo da tempo. Ci siamo rincorse più volte e mai toccate, fino allo scorso dicembre. Sono partita per Israele carica di aspettative e il mio unico rimpianto è stato quello di non essere riuscita a vedere Gerusalemme che tanto desideravo vedere. La prossima volta, ho pensato. E` sempre bello tornare nei posti che si sono già visti per vedere altre città o per vedere le stesse, ma con un occhio diverso (o con persone diverse).
Il mio viaggio è durato una settimana, sono arrivata a Eilat con volo Ryanair da Bergamo e sono ripartita per l’aeroporto di Milano da Tel Aviv. In sette giorni di viaggio ho visto forse le zone meno battute di Israele e quindi le zone desertiche.
Cosa vedere a Eilat
Arrivare a Eilat è molto comodo dal’Italia prendendo un volo di circa 4 ore da Bergamo con Ryanair. Eilat è una destinazione prettamente turistica anche per Israele. Il clima è mite tutto l’anno e quello che si respira è una costante area di relax e di vacanza. Eilat può essere la destinazione di arrivo di un viaggio più ampio in Israele, un luogo dove soggiornare una o due notti per prendere confidenza con il paese visitando le piccole meraviglie della città, come l’Osservatorio subacqueo o il Dolphin Reef. Qui ho fatto la mia prima immersione con i delfini. Il bello di questi due posti è la possibilità che viene data di vedere gli animali, i delfini per lo più ma anche tante altre specie marine, non in cattività.
L’Osservatorio subacqueo ad esempio ha una torre posta in mezzo al mare a cui si arriva tramite una passerella. Da qui, scendendo sotto il livello del mare è possibile vedere i pesci, i coralli e tutti gli animali marini nel loro ambiente naturale grazie a delle enormi vetrate a 12 metri di profondità che ricoprono tutta la parete della “torre sotterranea”.
Il Dolphin Reef invece è un posto in cui, se io abitassi a Eilat, frequenterei giornalmente. Oltre alla possibilità che da di fare un’immersione con i delfini (esperienza più che incredibile), permette di rilassarsi in mezzo alla natura bevendo un caffè, lavorando, stando in relax a prendere il sole con una vista pazzesca. C’è da dire che il Dolphin Reef non tiene gli animali in cattività e questo è il bello di questa struttura. I delfini sono assolutamente liberi di andare e tornare. Prima dell’immersione (che si può scegliere in snorkeling o con la bombola) si fa un incontro insieme dove vengono spiegati i segnali e le norme di comportamento in acqua. Ad esempio, i delfini non si toccano mai. Possono toccarli solo gli istruttori e non si segue il gruppo che è formato da non più di 3 persone che si tengono costantemente la mano e procedono insieme ad un metro dall’istruttore posto davanti al gruppo. Un posto che mi è piaciuto moltissimo e che consiglio caldamente soprattutto se si hanno bambini date le attività che vengono disposte per loro in diversi momenti della giornata. Qui si può anche pranzare o fare uno spuntino.
Dove ho dormito a Eilat, Hotel Leonardo Plaza che ha camera con vista mare.
Deserto del Negev e Mar Morto
Le parole della mia guida mi risuonano ancora in testa, non esiste un solo tipo di deserto. Noi conosciamo per lo più solo un tipo di deserto, quello fatto di dune e sabbia, ma è deserto anche quello del Negev, fatto di rocce (e non è assolutamente da meno). Nel Deserto del Negev ci si trova già nel momento in cui si atterra a Eilat, ma dormire o visitare quella che a tutti gli effetti è una città, ci toglie dall’idea di essere appunto in mezzo al deserto. Anche se così è. Il Deserto del Negev occupa una superficie pari al 60% dell’intero stato di Israele, il che sembra quasi impossibile a primo impatto. Eilat è davvero una città costruita sul deserto e ce ne si accorge praticamente subito, appena usciti dalla città. Intorno solo rocce e niente, un bellissimo nulla per tanti km, quello che più mi è piaciuto del mio viaggio in Israele si trova qui. A ben vedere la cartina poi, per arrivare al Mar Morto partendo da Eilat, il deserto lo si attraversa continuamente.
Fermarsi nel deserto, visitarlo, scoprirlo o passare per la Route 40, è poi una scelta tutta personale. Io consiglio una serie di tappe, come: Timna Park, Mitzpe Ramon e Massad (almeno!).
Timna Park si trova a 25km circa da Eilat. La particolarità di questo parco è data dagli hoodoo, grandi funghi rocciosi che sono stati plasmati da agenti atmosferici. Il Timna Park è grande circa 35 chilometri e al suo interno si può fare trekking oppure partecipare ad un tour in jeep 4×4 per vedere altre bellezze come le antiche miniere di rame, sfruttate dagli antichi Egizi e da re Salomone grazie a dei cunicoli e dei pozzi che sono stati scavati nella roccia.
Mitzpe Ramon è il luogo che più ho preferito. Situato su un promontorio alto più di 800 metri, la cittadina si affaccia su una grande depressione chiamata Cratere di Ramon (Makhtesh Ramon), grande circa 360 km². Uno spettacolo che al tramonto fa letteralmente sognare. A Mitzpe Ramon vi consiglio anche di fare una visita al Mitzpe Ramon Visitors Center, un museo molto interessante sulla vita della fauna e della flora del Deserto del Negev, ma anche un museo e un memoriale di Ilan Ramon, il primo astronauta israeliano morto nel 2003 da una spedizione nello spazio, a causa della disintegrazione dello shuttle che stava rientrando nell’atmosfera terrestre. .
A Mitzpe Ramon abbiamo dormito in due strutture, entrambe molto carine anche se modeste, il Ramon Suite Hotel e il Ramon Inn Hotel. Se volete un suggerimento su un 5 stelle, allora posso farvi il nome del Beresheet Hotel.
Masada, ultima tappa prima dello stop di un giorno nel Mar Morto, per poi proseguire a Tel Aviv, è stata a Masada, conosciuta anche per l’Assedio di Massada del 73 dopo Cristo. Masada si trova a 400 metri di altitudine rispetto al Mar Morto, eretta lì per volere di Erode il Grande e si può giungere a visitare questo sito archeologico a piedi, con una camminata di un paio di ore, oppure con una funivia. La zona è stata dichiarata Parco Nazionale e fa parte dei Patrimoni dell’Unesco. Per darvi un’idea di quello che era, il resto vi invito a scoprirlo con i vostri occhi perché il sito e la storia lo meritano, Masada aveva un perimetro di un chilometro e mezzo, mura alte 5 metri e circa 40 torri che raggiungevano un’altezza di oltre 20 metri che rendevano questa fortezza inespugnabile.
Dormire in un Kibbutz
Avevo già parlato di kibbutz in un articolo su Viaggi Low Cost, ma non avevo mai dormito in un kibbutz. L’esperienza di dormire in due kibbutz in Israele mi è piaciuta moltissimo ed è quello che consiglio per vivere a pieno questa destinazione. Il primo in cui ho dormito è stato il bellissimo kibbutz Elifaz. Per definizione un kibbutz è un luogo privato in cui delle famiglie si ritrovano per vivere dei frutti di questa terra (spesso ma non sempre, alcuni hanno anche lavori fuori dai kibbutz), ma tutti con una priorità comune, quella di vivere in una comunità in cui tutte le decisioni vengono prese all’interno e in maniera democratica. In questi kibbutz spesso si può dormire, quasi tutti hanno un sito internet e tutti offrono la colazione e volendo anche la cena, come è capitato a noi. Il kibbutz Elifaz è un luogo molto caratteristico in cui ci si sente accolti come in una famiglia e in cui si può mangiare quello che qui viene prodotto. Un luogo molto intimo, mi verrebbe da definirlo.
Il secondo in cui ho dormito durante questo viaggio in Israele è stato En-gedi Hotel, di fatto un hotel strutturato all’interno di un kibbutz dove qui lavorano molti degli abitanti di queste famiglie. Questo secondo kibbutz si trova sul Mar Morto e ha la particolarità di avere una spa e una piscina all’esterno per rilassarsi in questa destinazione di mare.
Durante il nostro viaggio da Eilat a Tel Aviv, abbiamo incontrato diversi produttori locali che mi hanno conquistata. In alcuni ho anche comprato dei prodotti che ho consumato una volta giunta a casa. Al Naot Cheese Farm ho comprato del formaggio, come suggerisce il nome. Qui si può anche dormire in deliziose casette per coppie o famiglie o in curiose strutture decisamente molto instagrammabili! I proprietari sono splendidi padroni di casa che potranno intrattenervi per ore con i loro racconti. Fosse stato per me sarei rimasta lì anche una notte. La seconda tappa è stata quella nei pressi diTel Sheva per incontrare una donna beduina con una storia pazzesca e la sua produzione di cosmetici, Desert Daughter.
Tel Aviv, dove sicuramente tornerò
Tornerò in Israele, punto primo. Tornerò poi a Tel Aviv perché l’ho appena assaggiata ma mi sono persa molte cose che voglio approfondire e tante passeggiate che voglio rifare, come quella sul suo lungomare. Voglio tornare per rivisitare tutti i bellissimi locali, molti incredibilmente nascosti che non avrei mai scoperto se non avessi avuto come guida Ido, un giovane ragazzo israeliano che con il suo TLV Nights ci fatto conoscere luoghi incredibilmente divertenti. Se viaggiate con gli amici vi consiglio uno dei suoi tour.
Devo tornare per passare del tempo con la mia famiglia in spiaggia, là dove ho trovato una grande civiltà e una grande apertura mentale. Tanti giochi per i piccoli da prendere, usare e poi riporre al loro posto, gratuitamente.
Voglio tornare a Tel Aviv perché anche se l’ho vista due giorni, sono stati pochissimi per assaporarla fino in fondo, ma soprattutto voglio tornare a Tel Aviv per poi arrivare a Gerusalemme che anche questa volta mi è sfuggita. Sono convinta che Gerusalemme sarà una destinazione che mi coinvolgerà particolarmente. Non vedo l’ora di scoprirlo.
Un consiglio su dove dormire. Nel quartiere di Jaffa vi consiglio il Market House, boutique hotel dalle camere piccole ma molto deliziose con un aperitivo ogni giorno libero dalle 18 in poi e una grande professionalità dello staff.
Due cose che vi consiglio di vedere per la prima volta a Tel Aviv sono il Carmel market e il Nachalat Binyamin Pedestrian Mall. Di Tel Aviv parlerò ancora e in modo più approfondito nel prossimo post.