In Oman nel Wahiba Sands, stelle e sabbia
Non pensavo sarebbe passato così poco tempo dalla prima notte passata nel deserto. In Giordania è stato bello passare la notte in tenda per la prima volta, qui in Oman ho passato la mia seconda notte. Il Safari Desert Camp, dove sono stata questa volta era meno spartano, con tanto di bagno per ogni sistemazione e zanzariera su ogni letto. Una camera ben arredata, anche se con l’essenziale, ma a differenza della prima volta senza elettricità e senza un minimo di campo per il cellulare, non che mi sia dispiaciuto più di tanto, una volta all’anno si può anche fare.
Non mi capitava da un pezzo di ridere così, a crepapelle davvero. Il bagno della nostra camera, mio e della mia compagna di viaggio in quest’avventura era completamente a cielo aperto (come del resto tutti gli altri bagni). Chiuso sì, ma sopra non aveva alcun tetto. In una serata di martedì sera, quando la luce scende alle 19 e ti sembra giù siano le 23 di sera per il buio, noi abbiamo iniziato la nostra serata.
Si sentono pochi rumori qui nel deserto se ci pensi bene. Ti devi concentrare perché devi separare i rumori delle poche auto presenti al camp con quelle del vento che accarezza le dune, le voci di chi lavora da quelle degli animali, che sono ovunque.
Chi dice che nel deserto c’è silenzio forse non c’è mai stato, o non ha ascoltato bene. Il deserto è un’emozione con voce. Camminare scalza sulle dune, sì lo so che non si fa, mi ha incantato. Incredibile da capire come un gesto così banale possa trasmettere tutte quelle sensazione, una carezza per il piede, così come l’hanno definita, ed è vero. I colori di questo deserto sono ben diversi da quelli del Wadi Rum che ho visto a Luglio. Qui la sabbia mi sembra molto più rossa, a tratti arancione, per non parlare della consistenza, al Wadi Rum il deserto era roccioso, qui è morbido e i beduini ci saltano sopra e si rincorrono e fanno la lotta nemmeno fosse un materasso. Le stelle viste da un materasso buttato a terra sono luminosissime, sembra che ti passi la vita davanti mentre guardi le stelle e nessuno fiata, tutti ridono e sorridono, nessuno urla, è tutto così intenso.
Ho visto beduine camminare la mattina alle sei sulla sabbia, un punto rosso in lontananza avvicinarsi a me fino a farmi distinguere la sua maschera, messa per proteggersi dal sole. Non mi è venuto in mente nemmeno per un momento di fotografarla, non per non violare la sua cultura, quanto perché fuori dal nostro mondo fatto di immagini c’è questo mondo che ha da vivere solo il presente e spesso la bellezza non può essere catturata fino a questo punto. Tanto vale che l’ammiriamo e la lasciamo andare.
Nel deserto ho visto le tracce dei serpenti. Sapete come sono le tracce dei serpenti? Le avete mai viste? Ci avete mai camminato sopra? Ho avuto il viso pieno di sabbia per un giorno intero e più mi lavavo e più tornava. La sabbia è ovunque qui ed è impossibile non averla addosso. La notte nel deserto scorre via veloce. Non c’è sveglia se non quella naturale, se non quella che ci diamo per vedere l’alba, ma alle prime luci del giorno viene naturale alzarsi in piedi, è incredibile e l’ho notato anche nei più dormiglioni, è la natura che chiama.
Fuori dal Camp i dromedari aspettano i beduini, si lasciano avvicinare, sono tutte femmine, si lasciano guardare e fotografare, sono animali forti. Usciti dal campeggio ti accorgi che sei a 30km dall’ultima città, dall’ultimo benzinaio e dall’ultimo caffè, ma non ti interessa. Qualsiasi cosa qui potrebbe essere fatale, un serpente o uno scorpione non ti farebbero arrivare viva in città, ma lo sai, il tuo corpo lo sa e anche il tuo spirito di sopravvivenza. Qui gli animali non sono addomesticati, non arrivano dove c’è l’uomo e tu non sfidi la natura, la osservi, la segui e la apprezzi.
Il deserto mi ha lasciato per la seconda volta in pochi mesi vita, belle conversazioni, magia ed energia. Ci si riappacifica con il mondo nel deserto, è un po’ quando si mette in carica qualcosa dopo averlo comprato per il primo utilizzo, ecco sì, è una ricarica completa.
Scrivo dal mio bungalow, ho messo una sedia fuori dalla mia piccola abitazione, ho iniziato a scrivere guardando la sabbia ed è venuto tutto facilissimo. Mi sono messa qui alle cinque e mezza di mattina perché l’alba era già salita ed era troppo bello questo panorama per rimanersene a letto. Questo è il deserto, ma non solo questo. Questo è il deserto e anche questa volta ho apprezzato cose e capito momenti che non avevo colto prima, ma sono pronta a riprovare, a osare ancora di più, ancora una volta, nel deserto. #TBnet #NomadiModerni