Thailandia, pensieri sparsi del mio viaggio in Asia
Finalmente prendo a parlare della Thailandia. Sono dovuti passare Austria e Polonia, ho dovuto metabolizzare bene per oltre un mese questi dieci giorni in Thailandia, ma ora sono qui, davanti alla tastiera a cercare di raccogliere tutti i miei pensieri. Ho deciso che farò almeno due post sulla mia esperienza in Thailandia, ma non escludo che ce ne scappi un terzo prima o poi. Se con l’Australia è stato amore a prima vista, la Thailandia non ha lasciato che io avessi un pensiero definito di questo viaggio, almeno fino ad oggi. Ora, che mi sforzo di capire com’è stato questo viaggio, credo che un’idea un po’ più precisa sia quanto meno doverosa.
La mia prima volta in Thailandia credo che me la ricorderò per un bel po’. E`stato un momento fondamentale della mia vita, una sensazione che ancora oggi è qui che mi accompagna, ed è difficile scindere il viaggio senza tenere in conto quello stato d’animo, quel pensiero, quel momento.
Ma iniziamo dal principio. Sono partita da Roma con Paola e Giordano, la prima una blogger, il secondo un giornalista. Tra di noi c’è stata subito alchimia, va bè con Paola ci conoscevamo già, invece sono stata felice di aver conosciuto Giordano con il quale ho poi fatto il volo di ritorno – anche se abbiamo dormito 10 ore di filata senza nemmeno cenare! Durante il viaggio ho conosciuto anche il famosissimo Andrea, che pare che chiunque vada in Thailandia debba per forza passarlo a trovare. Sono stata felice di aver conosciuto una persona aperta e disponibile come se ne trovano pochi e sono stata molto felice di averlo conosciuto di persona, dopo averlo letto tanto. Non amo giudicare le persone prima di averle incontrate e mi affido molto alla prima impressione, questo perché l’ho imparato sulla mia pelle e devo dire che lui ha fatto un’ottima impressione su di me. Grazie Andrea 🙂
Cos’ho fatto a Bangkok che voglio consigliarvi
A Bangkok mi sono lasciata portare in giro da Paola che mi ha mostrato qualche centro commerciale, dove poi a fine viaggio ho fatto anche un po’ di shopping. I centri commerciali a quanto ho capito sono una vera e propria droga per gli asiatici, ce ne sono di ogni tipo e sono enormi. Piani e piani di roba, piani ristoranti, piani vestiti e piani stracolmi dio gadget tecnologici. L’unico difetto di questi posti è che se fuori ci sono 35 gradi con il 98% di umidità, dentro di gradi ne troverete almeno 18. Questo però non solo nei centri commerciali, anche nei ristoranti, taxi e auto a noleggio. Insomma, sono pazzi per l’aria condizionata quindi se decidete di farvi una vacanza qua, munitevi di sciarpe leggere e foulard.
L’Hotel in cui alloggiavo io era decisamente bello. Un 5 stelle nella zona nuova di Bangkok, quindi non nella città vecchia o vicino al fiume, collegata direttamente al mega centro commerciale MBK – per non farsi mancare nulla. Il Pathumwan Princess Hotel ha una cosa che non deve mai mancare per i miei gusti in un alloggio: la mega colazione.
Non ho mai trovato un hotel con una colazione così abbondante e varia e dopo un viaggio di diverse ore, per me è quello che ci vuole. Personalmente mi sono trovata molto bene, anche se vi consiglio, se ne avete il tempo, di dividere il soggiorno tra un hotel luxor e un hotel magari con meno servizi ma situato nella zona del Mercato dei Fiori.
Pak Khlong Talat, ovvero il Mercato dei Fiori di Bangkok è un luogo immenso dove potete guardare e comprare migliaia di tipi di fiori diversi. Io non sono nemmeno riuscita a vedere la fine di Chak Phet Road, la via dei fiori, anche perché in parallelo si sviluppano altre due vie che conducono al mercato della frutta e della verdura – che non mi sono potuta lasciar scappare. Quello che mi ha impressionato del Mercato dei Fiori è la bellezza e la freschezza di questi boccioli. Qui generalmente si lavora la notte, principalmente prima dell’alba quando arrivano i fiori da tutte le parti della Thailandia, pronti per essere rivenduti fino in Europa.
Un mercato enorme sia per chi vuole acquistare all’ingrosso, sia per chi come me vuole solo dare un’occhiata, sbirciando tra gelsomini, crisantemi, gerberie, orchidee, gigli e rose, ma non solo. Tutti i fiori vengono venduti in mazzi da 50 o 100 e il costo è davvero molto basso. Se volete acquistare qualcosa di diverso, acquistate i phuang mala i, le ghirlande di gelsomini usate sia come benvenuto sia come offerta ai templi.
Tuk Tuk, a quanto ho capito poi una cosa abbastanza turistica che però va fatta almeno una volta in Thailandia. Contrattate sempre il prezzo, che comunque rispetto al nostro stile di vita capirete subito che è parecchio basso rispetto agli standard dei taxi a cui siamo abituati. Godetevi il giro in tuk tuk, tenetevi forte e sperate che il traffico di Bangkok non vi inchiodi a sedere per troppo tempo o finirete annebbiati dai gas di scarico. A me è piaciuto provarlo, ho fatto anche un piccolo video dell’esperienza.
I Templi di Bangkok. Si dice che in Thailandia ci siano almeno 56 mila templi sparsi per tutto il territorio. Non so in quanti possano dire di averne visitati anche solo la metà, intanto io ho visitato i principali che si trovano a Bangkok. Tra questi il
Wat Traimit che si trova nel quartiere cinese della città (un quartiere immenso a quanto dicono) ed è la più grande statua in oro massiccio al mondo raffigurante un Buddha seduto alto 3 metri e dal peso di 5 tonnellate. Troverete moltissimi buddisti, ma non solo, inginocchiati e intenti a pregare.
Wat Pho, il tempio del Buddha sdraiato, il più antico tempio di Bangkok. Inizialmente il Buddha non era chiuso nel tempio in cui lo vediamo oggi e quindi anche più facilmente fotografabile e visibile nella sua interezza. Oggi siamo costretti a vederlo a pezzi purtroppo, a causa del tempio che vuole proteggerlo e quindi preservarlo dalle intemperie. Immaginarlo nella sua interezza secondo me è la cosa migliore da fare per vedere realmente la sua bellezza. Il Buddha è lungo 46 metri e alto ben 15 metri.
Il Palazzo Reale di Bangkok, un posto in cui potreste perdervi per un’intera giornata. In gioiello nel centro di Bangkok, nonché la residenza dei reali di Thailandia quando si trovano in città. Il resto del tempo il Palazzo viene visitato come se fosse un vero e proprio museo e in effetti lo è, è bellissimo. Il consiglio che danno tutti è di non andare nelle ore più calde o nel mezzo della giornata sia per l’affluenza di turisti, sia per il caldo che qui è davvero micidiale. Ricordate inoltre di mettere pantaloni lunghi e coprirvi le spalle, altrimenti non potrete entrare. Come dicevo, qui potreste stare un’intera giornata, soprattutto se amate fare foto o conoscete e apprezzate (ma basta essere anche solo dei semplici curiosi per apprezzarla) la cultura buddista. Più di 200 mila mq, il Palazzo Reale è un complesso di edifici suddivisi in quattro grandi aree. Il cortile esterno a nord che una volta era l’area riservata alle donne, il cortile interno a sud che ospitavano le sedi ministeriali e del corpo di Guardia Reale, il cortile centrale dove ci sono gli edifici di maggiore interesse tra cui la Sala del Trono, Phra Thi Nang Chakri Maha Prasad e il Wat Phra Kaew , il Tempio del Buddha di Smeraldo un insieme di templi buddisti dove nel principale viene conservata la statua piu’ importante per i buddisti thailandesi.
Cosa mi rimarrà impresso di Bangkok?
Sicuramente il cibo. Mangiare Thailandese in Italia, è come tentare di mangiare un buon piatto di spaghetti In Texas – del resto me n’ero già resa conto dopo il Giappone. Per dieci giorni non ho fatto altro che assaggiare e provare, mangiare e stupirmi dei sapori, complici anche i miei compagni di viaggio che non si sono mai tirati indietro davanti a nulla, nemmeno alle famose uova nere! Dal Morning Glory, il Moo Dad Diew, al classico Pad Thai, di cui ho postato una ricetta spiegata dalla mia guida locale proprio su Facebook durante il viaggio (ve la ripropongo qui sotto) fino ad arrivare ai frutti (esageratamente buoni!).
Di Bangkok mi rimarranno impresse le persone, tantissime, ma anche la gentilezza, enorme. Mi rimarrà addosso la voglia di tornare e girare i mercati della città, assaggiare ancora altri piatti tipici e magari farmi un bel bagno in qualche isola sperduta. Come dicevo all’inizio, devo ancora metabolizzare tanto di questo viaggio e scriverne se non altro aiuta. Nel prossimo post parlerò di Trat e di Ko Chang, ma anche di come la Thailandia sta provando a strutturare itinerari green ed escursioni sostenibili. Potrebbe estere una bella idea per una prossima vacanza, che ne dite?