Valle d'Itria, la magia del bianco in Puglia
La Puglia è sempre stata una mia gravissima mancanza. Negli ultimi anni sono stata tante volte in Sicilia ad esempio, ma mai in Calabria (fino alla scorsa settimana), e mai in Puglia, se non un paio di volte di sfuggita sul Gargano. Ma la Puglia, quella a cui si pensa quando si pensa a La Puglia… è un’altra.
Ho passato due giorni intensissimi nella Valle d’Itria e sono appena tornata. Sono stata a Martina Franca, Ceglie Messapica e Cisternino, purtroppo mi sono persa Locorotondo.
A cavallo tra Bari, Brindisi e Taranto si trova questa splendida Valle che mi ha letteralmente stregata. Ho sempre pensato che per visitare la Puglia si dovesse andare in estate, in primavera al massimo, invece io ci sono stata in autunno – ed è stato bellissimo.
In Puglia a inizio ottobre il tempo è ancora meraviglioso, l’aria è frizzante la sera – comunque quando sono andata io non si è mai scesi sotto i 20°C – le persone cortesi e sorridenti e le città sono incredibilmente autentiche. Sì, autentiche credo sia proprio la parola giusta. Borghi caratterizzati da stradine strette, panni stesi, sole che filtra dagli archi e crea giochi di luce incredibili e infine la gente, autentica anch’essa, unica direi.
Il mio sogno era quello di dormire in un trullo, dato che questa è la patria dei trulli, ma purtroppo questa volta non ci sono riuscita. I trulli poi, per chi non lo sapesse, sono stati creati per… non pagare le tasse!
Chi lo sapeva? In sostanza ai tempi degli aragonesi i Conti Acquaviva di Conversano ebbero l’intuizione di costruire queste casette in pietra, basse e senza calce ne legno, così da non dover pagare le tasse che invece si dovevano per la costruzione di un villaggio. Una cosa un po’ all’italiana che però, una volta tanto ha portato a qualcosa di davvero bello e affascinante.
Martina Franca
Il mio arrivo in Valle d’Itria è stato caratterizzato dalla visita a Martina Franca. La città mi è piaciuta moltissimo, mi è piaciuta la storia del suo nome che deriva da Martino, il santo della località e Franca perché una volta questa era una zona franca e anche il suo duomo, dedicato a San Martino. Il bello è stato però perdersi nelle stradine del centro storico. Al di là dell’Arco di Sant’Antonio si trova la città vecchia, fatta di piccoli bar, strade e viuzze, mercati e macellerie – ne ho viste tantissime.
Il bianco di Martina Franca incanta. Passeggiare nel centro storico è come perdersi nella panna montata. Si ondeggia e di fluttua in un mare di bianco candido e ogni angolo, ogni scorcio è una scoperta.
Dove dormire e mangiare a Martina Franca
La Masseria Madonna dell’Arco è un posticino che si trova a Martina Franca, dove è possibile mangiare (tanto e bene) e dove è anche possibile dormire in un trullo – sì un trullo vero! Qui ho mangiato le mie prime bombette, ma anche le orecchiette del duca e il primo purè di fava e cicoria. Uno spettacolo di pranzo, non sono riuscita nemmeno a raggiungere il dolce, ma se siete pugliesi o avete già fatto una vacanza in questa magnifica regione, lo sapete meglio di me come funziona a tavola.
Per dormire, di fianco al ristorante che comprende anche una piccola macelleria e un laboratorio dove producono mozzarelle e burrate, si trovano degli appartamenti all’interno dei trulli. Un sogno entrare in uno di questi e anche un sogno, non ancora realizzato, quello di poterci dormire dentro. Ma che belli!
Ceglie Messapica
L’ho adorata. Ho adorato Ceglie Messapica perché quando l’ho visitata io non c’era nessuno, giuro! Visitare questo piccolo borgo è stato un incanto e non lo penso solo io. Recentemente una foto di Ceglie ha fatto da copertina ad un articolo di viaggio di uno dei più famosi magazine al mondo, come uno dei motivi per visitare il sud Italia. Mica pizza e fichi, come si suol dire!
A Ceglie vi do un consiglio, se volete mangiare dei dolcetti tipici del posto e magari portarne un po’ a casa, potete andare al Caffè Centrale e chiedere dei dolcetti di Ceglie, fatti con pasta di mandorle e marmellata di ciliege o uva, alcuni con la glassa e altri no. Io me li sono portata anche a casa e li mangio ora mentre scrivo, così da ricordarmi ancora un po’ quel sapore e quell’atmosfera.
Dove fare una lezione di cucina a Ceglie
A Ceglie si trova la famosa Med Cooking School, una scuola di cucina internazionale che ogni anno accoglie tanti studenti italiani e anche stranieri. Qui è possibile, se lo si desidera, prendere parte a una lezione di cucina di qualche ora o anche di un solo giorno. Non è necessario affrontare tutti e due i mesi di corso intensivo professionale ovviamente, si può decidere infatti anche solo di apprendere qualcosina alla volta, come il procedimento della pasta fresca pugliese.
Cisternino
Delle tre è quella che mi è piaciuta di più. Forse perché l’ho vista di sera, quasi al tramonto, a dispetto delle prime due che le ho viste con la luce naturale della Puglia, bianche e candide. Cisternino l’ho vista illuminata dalla luce gialla della luna e il riflesso blu delle stelle. Cisternino mi ha letteralmente incantata, il silenzio della sera mi hanno cullata da una strada all’altra e la sua cucina mi ha steso – nel vero senso della parola!
Cisternino è famosa per le bombette, una specie di involtini di carne al cui interno si trova il formaggio. Non potete capirne la bontà. Credo di averne mangiati 15 in due giorni, ma non ne avrei ancora abbastanza. A Cisternino si trovano tantissime macellerie dove è possibile entrare, ordinare e poi sedersi a mangiare il proprio piatto, dal crudo al cotto in pochissimi minuti.
Dove mangiare le bombette a Cisternino
Io le ho provate da Zia Rosa, un locale che si trova a due passi dalla piazza principale del centro storico. Altri mi hanno consigliato altri ristoranti, ma dato che non li ho provati personalmente non me la sento di suggerirveli. Di Zia Rosa non ho nemmeno una foto mia, perché purtroppo di sera le luci erano un po’ basse. Ho preso qualche foto in prestito, ma vi assicuro che la bontà è fuori discussione!
A questo punto attendo di dormire finalmente in un trullo e di visitare finalmente Locorotondo 😉